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Conferenza sul Futuro dell’Europa

Questa mattina ho partecipato agli Stati Generali sulla Conferenza sul Futuro dell’Europa organizzata dal Dipartimento delle Politiche Europee del Governo e dal Ministero per gli Affari Esteri e la Cooperazione Internazionale. Ho raccontato che come Giovani delle Acli stiamo portando avanti un percorso che coinvolge oltre 30 città del nostro continente per provare a sognare l’Europa che Verrà. La prima metà del tour si è conclusa con la CoFoE e con “incontriamoci a …” svoltosi in Puglia e lasciato tre brevi riflessioni:

In tutte le nostre tappe è emersa la centralità del programma Erasmus +, e oggi celebriamo i 35 anni dalla sua nascita. È emerso che potrebbe essere utile e auspicabile rendere questa esperienza obbligatoria (partendo già dalle scuole superiori dove è facile contaminare i giovani con la bellezza dell’Europa e rendere l’Europa più vicina ai singoli, dove si costruisce la cittadinanza). Facciamo in modo che sia davvero accessibile a tutti.

Proprio perché l’Europa deve essere per tutti e di tutti prendiamoci l’impegno di andare a raccontarla in quei luoghi dove difficilmente arriva. Siamo in un palazzo bellissimo, direi mozzafiato, però l’Europa deve andare nelle periferie, deve andare da chi è scoraggiato. Il prossimo evento facciamolo nei luoghi del vero cambiamento, raccontiamo l’Europa fuori dalla nostra bolla, narriamo l’Unione portando i nostri eventi istituzionali nelle piazze, negli istituti tecnini e professionali, nei luoghi del nostro Paese che più soffrono. Per l’Europa che verrà sarà più importante “vivere nei mercati” che “vivere nei palazzi”, sarà più importante raccontare “l’Europa del fare” rispetto all’ “Europa delle Foto”

Concludo con una preoccupazione in realtà, la CoFoE è stata una grande prova di partecipazione (soprattutto giovanile). Istituzioni, non chiudete questo canale di dialogo tra i “vertici” la base, non permettete che la CoFoE (e lo dico da Europeista convinto che se dovessi mai farmi un tatuaggio mi tatuerei la bandiera blu) sia stata solo una mossa di Marketing. Il cambiamento sarà effettivo solo se coinvolgerà dal basso e, rendendo tutti consapevoli, potremo far sì che ogni cittadino possa dire con fierezza e orgoglio “io sono Europeo”

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